A breve verrà preso un provvedimento per rendere le buste paga più corpose, con lo scopo di attenuare le conseguenze dell’inflazione.
Le buste paga degli italiani diventeranno più pesanti. Il provvedimento serve ad attenuare le conseguenze dell’inflazione dilagante, che ormai ha toccato la soglia dell’8%. Durante la giornata di martedì, si terrà il confronto con i sindacati per discutere della “missione”.
Se ne parlerà poi anche in altra sede, con Confindustria ed altre associazioni datoriali, anche se per ora l’incontro non è stato fissato. I temi discussi saranno quelli del salario minimo, dei rinnovi contrattuali e del raglio del cuneo fiscale.
Di fatto, le conseguenze degli ultimi avvenimenti – come la pandemia globale da Covid-19 e il conflitto tra Russia e Ucraina – hanno prosciugato le tasche degli italiani. L’inflazione ha portato all’aumento del costo della vita: dall’aumento del grano a quello dell’energia elettrica e della benzina. Se a questa situazione sommiamo anche le conseguenze negative della siccità – oltre ai razionamenti dell’acqua, l’aumento dei prezzi dell’agricoltura – possiamo constatare quanto la situazione economica si sia aggravata.
I primi interventi effettivi a partire da luglio 2022
Secondo alcune ipotesi, i primi interventi a sostegno delle tasche degli italiano potrebbero diventare effettivi già nel mese di luglio 2022, con un vincolo. Il vincolo in questione sarebbe quello di non alimentare la spirale inflazionistica e quindi niente automatismi negli aumenti salariali. L’intervento comprenderà anche un nodo, relativo alle risorse. Nella fattispecie, i conti pubblici più positivi del previsto consegnano infatti al governo un “tesoretto” di circa 8 miliardi. I conti pubblici più positivi serviranno anche a rinnovare gli sconti energetici alle aziende.
Il provvedimento sul salario minimo
Per quanto riguarda la questione sul salario minimo, Palazzo Chigi ha confermato che la base di partenza per la discussione potrebbe essere la proposta avanzata dal ministro del lavoro Andrea Orlando, che ha come oggetto i contratti collettivi più rappresentativi. Si ipotizza che la proposta di Orlando possa far uscire dalla soglia di povertà tra i 600 e gli 800mila lavoratori. Necessario trovare un equilibrio per quanto riguarda i salari, e per ridurre il costo del lavoro.